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  • Feticismo analogico o ossessione analogica.

    Feticismo analogico o ossessione analogica.

    Pensieri in libertà

    Scorrendo sui vari gruppi di fotografia di Facebook, ho trovato un post, che mi ha incuriosito. Iniziava con: Cosa amate della fotografia analogica? questa domanda mi ha incuriosito non poco, in quanto me la faccio spesso, come fotografo analogico.

    E’ feticismo analogico o un ossessione analogica. Credo che entrambe le situazioni siano strettamente correlate.

    Feticismo analogico

    Non starò qui ad elencare le varie definizioni di Feticismo. Dalla più semplice e religiosa di adoratori di feticci, oggetti ritenuti dotati di poteri magici. Alla più complessa di deviazioni sessuali. Ma quella di senso figurativo, venerazione smodata di un individuo o di un oggetto.

    Sicuramente questa venerazione non va ad un individuo, ma ad un oggetto. Macchine fotografiche, pellicole, carta, chimici. Questi secondo me sono diventati i feticci di ogni fotografo che utilizza ancora primariamente il metodo analogico.

    Ogni fotografo ha il suo feticcio. Si cerca sempre un qualcosa che abbia quel “potere” da cui ottenere i risultati migliori. Ma quel potere da cosa è dato?

    Nel leggere i vari commenti al post. La prima cosa che mi è balzata agli occhi è stata la venerazione per le macchine completamente meccaniche. La ricerca costante dell’eliminazione dell’elettronica, anche la più semplice.

    Dopodichè

    Il suono dello scatto, l’imperfezione della meccanica, o il design delle vecchie fotocamere, risultano una, delle molte qualità da adorare.

    “Ottiche come queste non ne costruiscono più… queste sono fatte di vetro e non di plastica…”

    Così come, l’odore della pellicola, il caricamento della stessa, o la “naturalezza” che la pellicola offre.

    Ma tutto questo ci porta veramente a risultati migliori?

    Forse… Chissà… ma anche No!

    Roma
©Stefano Germi
    Roma. 2022 ©Stefano Germi

    Non credo alle formule magiche, e neppure a tutti questi feticci. Mi piace pensare che ci sia di più, rispetto a queste cose. Capisco il fotografo che utilizza sempre il solito materiale. Io sono uno di questi. Così da arrivare a conoscere il materiale a fondo, per ottenere il massimo.

    Questo non la definirei un ossessione, ma più pigrizia, è sicuramente una semplificazione del lavoro.

    Non concepisco più, e ci sono passato in gioventù, la ricerca costante di un nuovo feticcio, di quel materiale che mi risolva apparentemente un problema, senza indagare a fondo su quello con cui abbiamo lavorato. Una pellicola non mi può cambiare la vita, anzi molte volte il nuovo feticcio non funziona, e non perché non sia lui a funzionare, ma noi non ne abbiamo la conoscenza giusta.

    Tecnologia Si.. Tecnologia No…

    Non credo neppure più che quello che sia analogico, sia migliore di quello digitale. Molte volte la semplificazione del digitale, fa passare secondo me un messaggio errato, quello che sia più facile, e quindi si arriva a pensare che ci sia meno lavoro e qualità.

    Come ho già detto non credo più nella fotografia analogica a colori, per me non ha più senso. Il digitale in questo caso lo trovo migliore e più semplice. Nel bianco e nero, attualmente la qualità è similare, certo manca quel divertimento in camera oscura, ma i risultati sono da photofinish.

    Ma che fai, usi la macchina in program? I fotografi veri la usano in manuale?

    Però abbiamo paura a usare anche la tecnologia più spicciola delle macchine fotografiche. “Ma che fai, usi la macchina in program? I fotografi veri la usano in manuale? Sai quante volte mi è successo, quando ho usato le macchine in program, Si l’ho usato, ma io ho portato a casa il risultato, che sia stato buono o mediocre, i “veri” fotografi no.

    Tutto per l’ossessione di dover dimostrare, quando sia migliore l’uso analogico di qualcosa.

    Si può vedere oltre?

    Assolutamente si, anzi dobbiamo vedere oltre. Oltre, per me, vuol dire usare Analogico o Digitale senza mettersi un marchio addosso. Io adesso, uso entrambi i sistemi con ottimi risultati, mi piace questa contaminazione molto aperta della mia visione. Senza distinzione di soggetto o lavoro. Mi sono accorto che rimanendo “talebano”, io faccio solo bianco e nero analogico, aveva bloccato un po’ la mia fotografia, in lavori stereotipati, e in giro se ne vedono tanti, e quindi la nuova visione offertami dal digitale ha rinvigorito la mia fotografia. Rendendomi più attento e consapevole di questi due tipi di fotografia.

    E forse l’ha anche migliorata.